Viaggio a Capo Nord - Missione compiuta
Capo Nord - Nordkapp (Norvegia), il sole di mezzanotte... e dintorni.
(6^ parte)
Recuperate le nostre energie, l'unico obiettivo del nostro quinto giorno fu: arrivare a Capo Nord prima della mezzanotte. In realtà avevamo molte ore a disposizione e ne approfittammo per ammirare ancora una volta le meraviglie che la natura ci offrì lungo la strada. La parte più settentrionale della Norvegia è senz'altro la più bella. E' la Norvegia dell'immaginario collettivo, un continuo alternarsi di monti a strapiombo sul mare, dove l'incontro tra terra e acqua acquista un significato surreale, quasi magico. La luce del giorno, che in estate dura quasi 24 ore, non è mai eccessiva, è un continuo tramonto (o alba, a seconda dei punti di vista) con un tiepido sole che insiste immobile all'orizzonte colorando di tinte calde ogni cosa.
E' evidente come ci si trovi in una posizione estrema, ai limiti del mondo, di questi luoghi. Tutto è puntato verso sud, come se si volesse attingere ad un'unica sorgente di energia proveniente dall'orizzonte. Persino le antenne paraboliche delle case, moderni girasoli, sono incredibilmente inclinate verso il basso quasi a toccare terra.
I rari centri abitati sono assolutamente incantevoli. Sono i classici villaggi di pescatori che abbiamo visto in mille film e documentari, con le tipiche casette di legno piccole e coloratissime. Ovunque, soprattutto a nord di Narvik, si incontrano i classici hjell, le strutture di legno, a forma di tetto spiovente, dove viene messo ad essiccare il merluzzo, noto anche con il nome di "stoccafisso". A differenza del baccalà, per conservare il pesce non viene usato il sale, ma soltanto l'aria fresca e secca di queste latitudini. Ci avvicinammo a questi mausolei della tradizione ittica nordica con grande rispetto e curiosità. Il forte odore acre ci riportò alla mente sapori ormai dimenticati.
Quinto giorno: da Narvik a Nordkapp (Norvegia)
La strada E6 percorre tutta la costa e permette di insistere su questi fantastici scenari senza mai stancare, non ci si annoia mai, ogni scorcio è unico e regala prospettive da sogno. La magia di questi luoghi è fortemente legata alla cultura popolare, alle leggende, ai trolls, i folletti che dominarono la mitologia vichinga per secoli e che periodicamente tornano di moda anche dalle nostre parti. Naturalmente oggi è tutto diventato commerciale, pertanto si trovano tantissimi negozi di souvenir pieni di statuette e simboli che ricordano storie e leggende dei tempi in cui i vichinghi, veri predoni del mare, scorrazzavano e saccheggiavano, riparandosi poi nelle infinite baie naturali offerte dai fiordi.
Pranzammo all'altezza di Alta, l'ultima città che si possa chiamare tale. Non le dedicammo molta attenzione, ormai il nostro pensiero era orientato soltanto verso nord, verso Capo Nord. Capimmo di essere ormai prossimi alla meta quando abbandonammo la E6 e ci immettemmo sulla E69. Rimanemmo piuttosto sorpresi quando all'improvviso il mare si spostò da sinistra a destra, rispetto alla nostra direzione di marcia.
Honnisvaag (Norvegia)
Arrivammo abbastanza presto all'ultimo traghetto, prima di mettere piede sull'isola di Nordkapp. Prima di intraprendere questo viaggio non sapevamo neanche che Nordkapp fosse un'isola. Anche se viene considerato il punto più a nord del continente... in realtà si tratta di un lembo di terra staccato dal continente stesso! Allora, nel 1993, non c'erano altri mezzi per raggiungere l'isola oltre al traghetto. Oggi, l'ho scoperto di recente, c'è un tunnel che permette di arrivarci direttamente in auto, quindi oggi si può considerare meno isola di un tempo.
Anche quest'ultimo traghetto fu efficiente, rapido, pronto, economico e funzionale. Una delle cose che ci rimase più impressa della Norvegia fu proprio la puntuale e capillare diffusione dei traghetti. Non dovemmo mai attendere più di 15-20 minuti per passare da una costa all'altra di un fiordo e anche i prezzi (per noi che ci facevamo caso) non furono mai proibitivi.
Sbarcammo ad Honnisvaag, che è il centro abitato più grande dell'isola, che il sole era ancora sufficientemente alto, anche se faceva capolino fra le nuvole e non sempre era visibile. Lungo il contorto itinerario che ci portò all'estremità settentrionale dell'isola incontrammo soltanto un altro villaggio di nome Valan. Sull'isola ci imbattemmo in alcune renne che tuttavia non riuscimmo a fotografare in tempo, prima che sparissero tra i cespugli.
Il famoso stoccafisso norvegese
Non si può descrivere la gioia, la soddisfazione, che provammo quando avvistammo l'edificio che è stato costruito nell'estremità più settentrionale del continente. In fondo si tratta del solito centro per turisti, niente di più, ma denso di significato. Di per sé Capo Nord può anche deludere. Un altissimo pezzo di roccia a strapiombo sul mare, circa 300 metri di altezza, con tre monumenti che ricordano la latitudine raggiunta: 71° 10' 21" Nord. Il primo monumento, il vero simbolo di Capo Nord, rappresenta il globo terrestre, stilizzato in acciaio, in cui vengono evidenziati soltanto meridiani e paralleli. Il secondo è costituito da una serie di cerchi di bronzo e pietra che raffigurano simboli di pace, il terzo è una freccia che indica da che parte si può vedere il sole a mezzanotte.
Il centro turistico è molto moderno, praticamente si tratta di un museo che racconta le storie dei primi esploratori che si addentrarono fino a queste latitudini. Molto interessante fu un filmato tridimensionale che ci permise di vedere come si trasforma tutta la zona nei mesi invernali, tra la neve, il ghiaccio e la lunga notte che dura sei mesi.
Ma il nostro sogno era vedere dal vivo il sole di mezzanotte. Ad essere onesti, non ci riuscimmo completamente. Eravamo in ritardo di un paio di settimane, infatti il sole di mezzanotte a quelle latitudini, può essere visto soltanto nei mesi di giugno e luglio. Comunque il chiarore diffuso tipico delle ore a ridosso del tramonto e dell'alba non ci abbandonò mai. Anche a mezzanotte, infatti, tutto era perfettamente visibile. La foto che ho messo in copertina fu scattata proprio allo scoccare dell'ora 0:00 tra il 12 e il 13 agosto. Ad ogni modo fu uno spettacolo unico osservare la magica sfera infuocata che lentamente si inabissava all'orizzonte, per poi riapparire, circa mezz'ora dopo, a poca distanza, un po' più a destra. In quella mezz'ora avemmo un'impressione strana, come se avessimo spostato velocemente in avanti le lancette della nostra vita.
Quella notte, che sembrava giorno, la vivemmo tutta intensamente. Tornammo ad Honnisvagg, all'estremità meridionale dell'isola, perché Nordkapp non offriva nulla di più, e fu straordinario vedere che la vita d'estate, proprio come il sole, non si ferma mai completamente. Anche alle prime ore del nuovo giorno, c'erano ovunque ragazzi, indigeni e turisti, che vagavano per le strade del villaggio un po' brilli, con la sola voglia di divertirsi. Quando fummo veramente esausti trovammo un bungalow libero in un campeggio vicino Honnisvaag e ci riposammo qualche ora.