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Viaggio a Capo Nord - Il prologo

celle

Celle (Germania)

Era uno dei soliti pomeriggi afosi di agosto. Il 6 agosto 1993. Ad Ariano le cicale dominavano incontrastate il palcoscenico della natura, mentre tutto il resto del nostro mondo era completamente in balìa di un'apatia da record.

Eravamo quattro ragazzi, Giuseppe, Gianluca, Massimo e il sottoscritto, quattro maschietti di belle speranze, tante speranze e pochi soldi. Avevamo voglia di fare qualcosa di inedito, di avventuroso, di memorabile. Qualsiasi cosa pur di spezzare la noia, ma senza esser costretti a svuotare le nostre già miserevoli tasche o, peggio, buttare sassi rind'a lu fuosso di la Maronna di l'Arco.

Avevamo due strumenti a disposizione: un'auto, una vecchia Golf 2^ serie diesel di proprietà dell'azienda del papà di uno di noi, e una carta geografica dell'Europa, premio di anni di pieni di carburante, sempre fatti dal papà, presso i distributori della Esso.

Non ricordo chi di noi ebbe per primo l'idea, ma sta di fatto che in pochi minuti tutti e quattro eravamo già al lavoro per organizzare la partenza.

Obiettivo: Capo Nord.

Soltanto a ripetere questa parola la nostra eccitazione raggiunse livelli impensabili. Allora era soltanto una parola, qualcosa che avevamo sentito dire in TV, letto su qualche libro di geografia, sognato ascoltando qualche epico racconto di amici più navigati.

La parte più eccitante di un viaggio, spesso, è proprio quella dei preparativi. Mentalmente cerchi di ripercorrere tutto l'itinerario, le possibili e impossibili evenienze. Ma spesso, almeno allora, era tutto celato nel buio totale. Non avevamo immagini nella nostra mente, non pensavamo al sole a mezzanotte, ai fiordi, alle renne. Non sapevamo che differenza ci fosse tra Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia e Lapponia. Avevamo soltanto una lontanissima idea di cosa ci avrebbe aspettato nei giorni successivi. Eravamo bambini con in mano un giocattolo, di cui non riuscivamo ancora a capire il meccanismo, ma che sapevamo ci avrebbe fatto divertire un mondo.

Ci imponemmo massimo 24 ore di tempo per controllare i livelli dell'auto e pensare a tutto quanto ci sarebbe stato utile per il viaggio.
Cosa mettere in valigia? Le prime stime fatte ad occhio ci portarono subito davanti alla cruda realtà. Non c'era molto da scegliere. Il budget a nostra disposizione era quello che era, non superiore alle 500.000 lire a testa, circa 300-350 euro di oggi, da spendere in un paio di settimane. L'intenzione per almeno 2/4 del gruppo era di evitare quanto più possibile alberghi e ristoranti. Avremmo utilizzato scorte alimentari, ottenute svuotando il frigo e la credenza della mamma, ed una piccolissima tenda canadese, di quelle poco più grandi di 'nu taùto. Per dormire avremmo fatto a turno, alternandoci tra la tenda e l'auto.

Non c'erano ancora i telefonini, non c'era il GPS, non avevamo neanche l'autoradio in macchina. Avevamo l'incoscienza dei nostri vent'anni (o poco più) e tanta voglia di vedere il mondo. Ci procurammo soltanto un paio di informazioni utili: l'indirizzo di un prozio emigrato in Germania circa 30 anni prima (non si sa mai) e una lista aggiornata degli ostelli e dei campeggi della Scandinavia.

Il pomeriggio del giorno successivo, tra l'incredulità, lo scetticismo e la preoccupazione di parenti e amici, partimmo con un pensiero fisso in mente: "ma queste svedesi ... saranno proprio ... così come le descrivono?".

Tags: Viaggi, Capo Nord, Norhcapp

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