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30/09/07    E' finito settembre.
Ieri è stato l'onomastico di nonna Michela e di Gabriele, tantissimi auguri a tutti e due e naturalmente a tutti i Michele, Raffaele, Raffaella, Gabriella che conosciamo! Anche il mese di settembre è terminato. E' stato particolarmente impegnativo perché ho fatto due viaggi (8 aerei e 17 stati) e un po' di stanchezza si sente. Ottobre sarà più tranquillo, credo, ma non sarà avaro di emozioni perché verranno a trovarci i miei genitori e sarà un ottimo pretesto per girare ancora un po' nei dintorni di Huntsville, per mostrare loro un pezzettino d'America. Effettivamente, Gianna mi prende in giro, sono veramente emozionato, non vedo l'ora che arrivi il momento di andarli a prendere all'aeroporto. Ho già in mente tutte le cose che vorrò mostrare loro, ho un programma che già copre tutti e 30 i giorni del loro soggiorno americano. Francesca sarà felicissima di poter riabbracciare i suoi nonni romani e già questo sarà un motivo sufficiente per intraprendere un viaggio così lungo e faticoso. In questo periodo avranno anche l'occasione di vivere alcuni tra gli avvenimenti più sentiti dagli americani come Halloween e Thanksgiving, ma ne riparleremo sicuramente più avanti.

Noi tre.


26/09/07    Il New Mexico.
Il mio viaggio di lavoro si è concluso. Oltre all'aspetto professionale, è stato molto interessante vedere un ambiente completamente diverso da quello a cui sono abituato. Il New Mexico è stato il mio 31° stato e sicuramente uno dei più caratteristici. E' fortissima la presenza della cultura messicana, che continua ad essere alimentata ogni giorno da nuovi arrivi. La storia del posto è densa di avvenimenti legati a Billy the Kid (ho visto a Mesilla il luogo dove fu tenuto prigioniero) e Pancho Villa. Situato tra il Texas, il Messico e l'Arizona, lo scenario è quello tipico del Far West, con una netta predominanza di deserto e steppa. Guidando attraverso questo stato spesso si passa da estesi altipiani a montagne maestose, la vegetazione è scarsa e la fauna è particolare, ma molto presente. Soprattutto alle prime ore del giorno, centinaia di conigli, rettili, uccelli di tutte le forme e dimensioni, attraversano la strada all'improvviso e creano spesso un pericolo per chi non sta attento. Ho visto i famosi "roadrunner" correre velocissimi, ricordate l'uccello che col verso "bip bip" sfugge sempre a Willie il Coyote? Ho visto un falco scendere in picchiata e afferrare un roditore con i suoi artigli. Ho visto uno scenario irreale, lunare: White Sands. Si tratta di un tipico deserto con le dune e sabbia finissima, ma la particolarità è il colore della sabbia: bianchissima! E' come se un gigante avesse versato un'enorme quantità di zucchero su un territorio immenso, a perdita d'occhio. La sensazione che si prova scendendo dalla macchina è unica. La scenografia è quella tipica di un paesaggio invernale, tutto è bianco e ovattato come la neve, ma la temperatura è caldissima, anche se l'aria è molto secca. Insomma le sensazioni che ci trasmettono i cinque sensi sono fortemente contrastanti tra di loro. E' tutto assolutamente surreale, da fantascienza. Insomma un viaggio sacrificato per l'assenza di Gianna e Francesca, ma ne è valsa comunque la pena e poi... chissà, si può sempre ripetere!

White Sands National Monument, New Mexico.


22/09/07    Riparto.
Ancora compleanni. Oggi siamo stati a quello di Arpad che ci ha offerto un ottimo pranzo presso il ristorante texano Lone Star, ottima carne e ottimo ambiente. Compie un anno, invece, il bellissimo Cristiano, figlio della coppia di amici che vive in Virginia. E' un bambino simpaticissimo e a guardarlo è praticamente impossibile resistere, si viene colti da una irrefrenabile voglia di mangiarselo di baci. Tantissimi auguri! Fervono i preparativi soltanto per me, questa volta. Domani sarò di nuovo in partenza, questa volta per il New Mexico, per lavoro. Da un lato mi fa piacere, perché avrò la possibilità di vedere un nuovo stato, il trentunesimo, ma allo stesso tempo sono un po' triste perché dopo tanto tempo viaggerò da solo, senza le mie due compagne di viaggio preferite. Ormai non sono più abituato a vivere e viaggiare da solo. Mi mancheranno moltissimo e credo che anche io mancherò a loro. Speriamo che questi pochi giorni passino in fretta.

Auguri a Cristiano!


20/09/07    Attrice.
A proposito di nuovi arrivi facciamo tantissimi auguri a Rosanna di Huntsville che ieri è diventata nonna di un bellissimo maschietto di nome Karsten. Francesca in questo periodo è completamente fissata per i costumi di Halloween. Gira per la casa tutto il giorno vestita da bella principessa o da fatina di Peter Pan. E' una vera attrice. Le piace guardarsi allo specchio, indossare la corona, camminare con le scarpe con i tacchi. Interpreta tutto il giorno qualcun altro, passa velocemente da un ruolo all'altro, un momento fa l'arrabbiata e un istante dopo è felice e affettuosa. Evidentemente è il suo modo attuale di attirare l'attenzione. Anche con i cartoni animati, va a periodi. C'è stata la fase dei Teletubbies e di Winnie the Pooh, poi è passata a Topolino e Minnie, ora è senz'altro il momento di Peter Pan. I suoi atteggiamenti, le canzoni, le sue frasi preferite sono quelli che vede in televisione. Assorbe tutto e a volte ci sorprende per reazioni e risposte assolutamente inedite, che sicuramente non ha imparato da noi ma dai suoi idoli televisivi. E una spugna e per molti aspetti sta anticipando le tappe. Consultando libri sulla crescita dei bambini ci rendiamo conto che ha la maturità intellettiva di una bambina di 4 anni. Per quanto riguarda l'inglese, ha ormai effettuato la sua scelta. Anche se a scuola è costretta ad ascoltare la maestra e i suoi amichetti, preferisce parlare italiano, le risulta più facile e immediato. Ma non si perde d'animo, quando deve interagire con qualche americano, istantaneamente passa all'altra lingua per cui, ad esempio, se uno starnutisce esclama "Bless You!" oppure ringrazia "Thank You!" e poi "You're Welcome!".

Francesca fa la smorfiosa.


18/09/07    Nuovi arrivi.
Mandiamo tantissimi auguri ad Andrea che ieri ha compiuto 8 anni e oggi a Tina e Roberto che hanno festeggiato il loro 14° anniversario di matrimonio. Tanti auguri di pronta guarigione, invece, a Luciana che ha subito un intervento chirurgico. Andrea, il cuginetto di Francesca, questa estate ci ha regalato un momento veramente emozionante. Al Teatro Mercadante di Cerignola si è esibito in una serie di balletti Hip Hop, ma soprattutto ci ha lasciati tutti senza fiato quando si è cimentato in un difficile passo a due con una sua bravissima e bellissima amica. Una bellissima esibizione che ci ha commossi tutti quanti. Chissà che non abbia un futuro nel mondo dello spettacolo! Da queste parti la temperatura lentamente sta scendendo. Ora è possibile fare qualche passeggiata, persino di giorno, senza sudare in modo esagerato. Francesca si è ripresa. Ieri non è andata a scuola a titolo precauzionale ma non ha avuto problemi. Semmai i problemi li ha avuti Gianna che non ha avuto un attimo di respiro nel farle compagnia tutto il giorno. Lo scorso finesettimana abbiamo conosciuto altre due famiglie italiane appena arrivate ad Huntsville. Si tratta di una coppia con un bambino di tre anni (anche lui come tanti altri è del 2004) e un'altra coppia (che peraltro già conoscevo) con 3 figli ormai adolescenti. Sono attese, nei prossimi giorni, altre due famiglie. Ormai la comunità italiana si sta ingrandendo e comincia a diventare più piacevole confrontarsi con chi ha diverse esperienze ed avere la possibilità di dare qualche consiglio su come integrarsi più velocemente nella società americana.

Andrea durante il suo balletto.


16/09/07    Vent'anni.
Dopo una settimana così impegnativa ci voleva una settimana di assoluto riposo, e invece così non è stato. Prima Gianna, poi il sottoscritto e anche un po' Francesca, siamo stati tutti e tre colpiti da un virus che ci ha assorbito tutte le poche energie che erano rimaste. Dei tre, sicuramente Gianna ha avuto la peggio, dopo sette giorni non si è ancora ripresa completamente. Io me la sono cavata soltanto con un po' di febbre che è durata un paio di giorni. E' la prima volta che ci succede. Probabilmente qualcosa che abbiamo mangiato, o bevuto, o l'aria poco salutare di New York, ci ha fatto male. Comunque, a parte Francesca che ha avuto problemi di stomaco proprio ieri sera, ne stiamo uscendo. L'autunno comincia a fare capolino. Le temperature, soprattutto quelle notturne, sono scese. Un paio di acquazzoni hanno ripulito l'aria che adesso risulta più fresca e frizzante. Oggi per me è un giorno particolare. Esattamente 20 anni fa, il 16 settembre 1987, facevo il grande passo, uscivo dal mio vecchio nucleo familiare (qualcuno direbbe, uscivo dalla mia campana di vetro) e andavo a vivere a Torino, un altra città, altri amici, un lavoro, le stellette, un'altra vita. Vent'anni sono tanti e le cose sono cambiate in maniera esagerata. Ne ho fatti di chilometri, ne ho viste di persone e luoghi, ne ho vissuto di situazioni. Ero ragazzo, ora sono uomo, marito, padre e sono anche stato promosso di grado, insieme ad Ezio mio compagno d'avventura. Un pensiero particolare, oggi come ogni giorno da due anni a questa parte, va a chi condivise quel nostro stesso momento, vent'anni fa, e che ora non c'è più. Ciao Graziano... e tanti auguri anche a te.

Francesca osserva una fontana a Portsmouth (New Hampshire).


13/09/07    Il viaggio sulla costa dell'Atlantico (4).
Finita la parte prettamente turistica ci siamo rimessi in auto e ci siamo diretti ancora verso sud. Abbiamo attraversato la Pennsylvania, la città di Philadelphia, molto bella, fresca, pulita dove viene conservata la Liberty Bell, la campana che annunciò la lettura della Dichiarazione di Indipendenza al termine della Rivoluzione Americana. Un simbolo molto caro agli americani. Lasciata la Pennsylvania ci siamo addentrati nel Delaware, un piccolo stato che occupa circa la metà del promontorio che si sviluppa di fronte a Washington e Baltimora. Ancora più a sud, abbiamo attraversato un pezzo di Maryland per giungere finalmente in Virginia. La nostra meta era Virginia Beach, dove abitano i nostri amici Letizia e Riccardo. Dal promontorio già citato, per raggiungere Virginia Beach, occorre superare uno specchio d’acqua largo una trentina di chilometri, attraversato da una ponte lunghissimo che un paio di volte si inabissa nel mare, per permettere alle navi di passare. Uno spettacolo! Malgrado la stanchezza, la nostra permanenza a casa dei nostri amici è stata molto piacevole. Sono una coppia simpaticissima ed ospitale. Hanno due bellissimi bambini e Francesca si è divertita un mondo con le loro centinaia di giocattoli. La nostra relazione con loro è nata per caso, attraverso internet, ed è cresciuta giorno per giorno spontaneamente. Fortunatamente anche loro sono di Roma e potremo continuare (anzi cominciare) a frequentarci anche dopo il nostro rientro definitivo. Anche se abbiamo dovuto percorrere centinaia di chilometri in due giorni per incontrarli, ne è valsa sicuramente la pena. L’ultimo trasferimento, dalla Virginia, è stato per tornare verso nord e raggiungere l’aeroporto di Baltimora dove ci aspettava il volo di ritorno. Domenica mattina, Baltimora-Atlanta-Huntsville è stata una passeggiata anche se Gianna si è spaventata a morte per la presenza a bordo del primo volo di un barbone (che ci fa qui? come si è pagato il biglietto? che intenzioni ha?). Io invece non ho assolutamente invidiato quella persona sfortunata che si è dovuta sedere al suo fianco…
Tirare le somme e i numeri di una viaggio non è mai facile perché si rimane condizionati dalle esperienze molto personali. In questo caso devo dire che siamo riusciti a combinare i due aspetti principali del viaggio, incontrare persone fantastiche (amici e parenti) e fare turismo classico. Penso che abbiamo raggiunto entrambi gli obiettivi e dobbiamo soltanto esserne soddisfatti. Compresi gli scali aeroportuali abbiamo toccato 15 stati in 9 giorni, raggiungendo la cifra record di 30 stati su 50 nella nostra permanenza americana. Anche il tempo è stato perfetto. In sette giorni mai una nuvola, un record!

I nostri amici della Virginia, davanti alla loro bella casa.


12/09/07    Il viaggio sulla costa dell'Atlantico (3).
Martedì è stata la volta dei primi saluti. Michael, Suzanne e Kim hanno ricominciato il lavoro, Bob e Pam sono tornati in Florida e noi ci siamo incamminati verso sud. Abbiamo attraversato il Rhode Island, la città di Providence, poi siamo entrati in Connecticut, dove abbiamo visitato la città di Mystic e il suo antico porto. Finalmente, dopo esserci imbottigliati nel traffico di New York, siamo arrivati in albergo. Anche questa volta è stata l’occasione per conoscere un altro parente. Il General Manager dello Sheraton di Rutherford, nel New Jersey, a pochissima distanza dalla Grande Mela, è un altro parente, un altro discendente di un fratello del mio bisnonno, che ci ha proposto una tariffa molto conveniente. Abbiamo così avuto il vantaggio di non allontanarci troppo da New York, togliendoci lo sfizio di pernottare per tre notti in uno Sheraton!
New York è New York. E’ una città, è LA città, anzi è la metropoli per antonomasia. Una cosa che ci ha subito colpiti è il traffico infernale, degno della Roma dei giorni peggiori, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Entrare a New York dal New Jersey è stata ogni giorno una vera impresa. Per chi non lo sapesse, New York significa Manhattan, una penisola lunga e stretta raggiungibile da ovest soltanto attraverso un paio di tunnel da est da una serie di ponti. In particolare, nel nostro caso che arrivavamo dal New Jersey, avevamo a disposizione soltanto il Lincoln Tunnel e l’Holland Tunnel. Troppo pochi per una città come New York. Non riesco a credere che la proverbiale efficienza americana si perda in un bicchiere d’acqua. Ogni giorno occorre subire ore di coda per arrivare all’imbocco dei tunnel (regolati da un casello a pagamento da 6 dollari). Assurdo. Inoltre, anche dopo aver attraversato il canale, il traffico in città rasenta i limiti della pazienza e i parcheggi sono inavvicinabili. Il prezzo medio di un parcheggio in silos va da 15 ai 20 dollari all’ora e non è consentito parcheggiare lungo i marciapiedi senza autorizzazione. Insomma, a saperlo prima, sarebbe convenuto prendere un albergo in pieno centro, senz’auto, muovendosi con i mezzi pubblici. Alla fine dei conti anche se avessimo pagato il doppio per l’albergo, avremmo risparmiato. A parte il traffico, in tre giorni abbiamo visto praticamente tutto quello che c’era da vedere, tenendo conto della presenza e delle esigenze di Francesca. La crociera nella baia, per vedere da vicino la statua della Libertà e l’isola Ellis Island è stata caratteristica e interessante. Francesca si è divertita molto a guardare la grande signora con il cappello con le punte e il fuoco in mano. Abbiamo anche visto, a Central Park, il mosaico realizzato da Antonio Cassio, il suocero di mia sorella, in onore di John Lennon a pochi passi da dove il grande cantante abitava e fu ucciso. La zona più tipica di New York è senz’altro Times Square, dove si incrociano la 7th avenue e Broadway, con le sue infinite luci, maxischermi, pubblicità (la Coca Cola non manca mai). La sera è il cuore pulsante della città. Di giorno tutta Manhattan è viva, camminando lungo la 5th avenue, a pochi passi da Wall Street, si può ancora vedere lo scempio lasciato dalle torri gemelle (in questi giorni il 6 anniversario). I lavori per la ricostruzione stanno andando avanti velocemente, ma la cicatrice è ancora molto evidente. Insomma il bilancio della visita a New York è stato senz’altro positivo, ma non ci abiteremmo mai!

Il mosaico dedicato a John Lennon realizzato da Antonio Cassio.


11/09/07    Il viaggio sulla costa dell'Atlantico (2).
Il nostro ultimo viaggio ci ha lasciato una piccola appendice: un virus che ha messo fuori combattimento, prima Gianna e poi in sottoscritto. Comunque ora va meglio. Allora cominciamo con il nostro racconto. Il volo Huntsville-Cincinnati-Boston è stato tranquillo. Ormai siamo tutti e tre espertissimi. Tra controlli, cinture di sicurezza, decolli e atterraggi, Francesca si sente perfettamente nel suo ambiente. Arrivati a destinazione, grazie al mitico GPS, raggiungere la casa di Michael e Suzanne dall’aeroporto è stato un gioco da ragazzi. Per l’occasione del nostro arrivo anche i genitori di Michael, Bob e Pam, si sono fatti trovare in Massachusetts. Sono in piena forma, trepidanti per l’imminente arrivo di un/una nipotino/a (ancora non si conosce il sesso). Abbiamo avuto anche la possibilità di conoscere la loro seconda figlia, Kimberly, una ragazza dolcissima e molto graziosa che da qualche tempo vive e lavora a Boston. La prima serata siamo andati a conoscere il più famoso Lo Conte's di Boston, un ristorante italiano. La curiosità di scoprire possibili legami di parentela era molto forte e purtroppo è rimasta delusa. Il proprietario del locale è di origine siciliana, uno dei pochi che non viene da Ariano Irpino, quindi niente parentela. Comunque la serata è stata molto piacevole, la cucina ottima (per gli standard americani) e ci siamo gustati una Boston by night molto attraente. La mattina successiva abbiamo invece respirato l’aria della cultura a Cambridge, appena fuori Boston, dove si trova la famosissima Harvard University, dove Michael lavora come avvocato. La seconda giornata è stata comunque soprattutto dedicata all’incontro con i parenti. Come già ho accennato altre volte su questo diario, prima di venire negli USA non ero neanche a conoscenza di possibili parenti residenti in terra americana. Poi ho scoperto che tre fratelli del mio bisnonno si erano trasferiti agli inizi del ‘900 in Massachusetts ed avevano messo al mondo un’infinità di discendenti. Durante la mia permanenza negli USA ho sempre nutrito il sogno di riunire, almeno per una volta, una rappresentanza dei discendenti di ciascuno dei quattro fratelli, e il mio obiettivo è stato raggiunto. Ci siamo riuniti da Bertucci's, un altro ristorante italiano. Eravamo circa venti persone. E’ stata un’esperienza molto emozionante. Come me anche loro hanno apprezzato lo sforzo fatto ed abbiamo così ricucito uno strappo familiare che durava da quasi 100 anni. La terza giornata era Labor Day, la festa del Lavoro, e quindi obbligatorio fare la gita fuori porta. Ci siamo inoltrati verso nord attraversando il New Hampshire, visitando la città di Portsmouth, fino nel Maine sulle spiagge di Ogunquit. Bellissimi paesaggi e un tempo splendido ci hanno accompagnati per tutto il giorno. Serata in relax, a chiacchierare con i nostri cari padroni di casa, davanti ad una bella bistecca cotta sul barbecue.

Bob, Gianna, Pam, Mike e Suzanne nel centro di Boston.


10/09/07    Il viaggio sulla costa dell'Atlantico.
Innanzitutto auguriamo un buon compleanno a nonno Antonio! Auguri! Ebbene siamo tornati. La nostra ennesima gita in territorio americano si è conclusa bene anche se come sempre siamo molto stanchi. Nei prossimi giorni ci torneremo e racconteremo le nostre avventure, le nostre emozioni provate in questa ultima settimana. A parte l'aspetto prettamente turistico (abbiamo toccato 12 stati e molte belle città, prime fra tutte Boston e New York), il ricordo che probabilmente rimarrà più scolpito nel nostro cuore, ancora più che nella nostra mente, sono gli incontri che abbiamo fatto con parenti ed amici. Approfitto di queste prime righe del nostro racconto ringraziando tutti coloro che ci hanno ospitato. Michael e Suzanne (con Bob e Pam) a Boston, John Loconto nel "suo" Sheraton in New Jersey e Letizia e Riccardo che hanno mostrato tutta la loro simpatia e generosità aprendo le loro porte a noi tre, perfetti sconosciuti. Sono stati tutti splendidi, meravigliosi. Ovunque ci siamo recati sulla costa dell'Atlantico, abbiamo incontrato persone magnifiche che si sono prodigate per noi, facendoci sentire completamente a nostro agio. Francesca si è divertita anche se stavolta non siamo andati a "Hollywood" o Disneyland. E' sempre stata al centro dell'attenzione e anche in auto raramente ha mostrato segni d'impazienza. In tutto abbiamo percorso circa 1800 km. Abbiamo noleggiato una confortevolissima Chevrolet Impala, con sedili in pelle e interni in radica. (continua)

La "signora col cappello con le punte", così la chiama Francesca.


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