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30/04/05 Rientro alla base (3).
A questo punto dobbiamo parlare della città. Geograficamente si trova in mezzo al deserto, nello stato del Nevada, ma a pochi chilometri dal confine con la California e con l'Arizona. Il paesaggio nei dintorni è quello classico del far west, infatti ci sono molte riserve di indiani. La città è letteralmente una cattedrale nel deserto. Fondata all'inizio del secolo scorso da un gangster che voleva riciclare il denaro sporco nei casinò. Ci riuscì e fece anche una barca di soldi. La città è ancora in continua espansione. Alberghi lussuosissimi e giganteschi nascono come i funghi. E' una città unica perchè non ha abitanti veri e propri. Gira tutto intorno agli alberghi e ogni albergo è una piccola città. Potresti vivere e divertirti per settimane sempre all'interno dello stesso albergo. Non c'è differenza tra il giorno e la notte. Puoi cenare alle 3 di notte e andare in discoteca alle 10 del mattino. La vita si svolge tutta lungo la strada principale detta "Strip" dove si affacciano tutti gli alberghi più grandi e spettacolari. Ogni albergo è un'attrazione da vivere profondamente. C'è il casinò, decine di negozi eleganti ed esclusivi, ristoranti, giostre, discoteche e tante altre attrazioni per i turisti. Ogni albergo ha tutte queste cose ambientate a tema, per cui non si può dire "visto uno, visti tutti", bisogna veramente entrare dentro ognuno e gustarsi la fantasia e l'ingegno del relativo ideatore. In tre giorni, con il passeggino e le esigenze di Francesca, non abbiamo avuto il tempo per vederli tutti con attenzione. Alcuni esempi. Il Bellagio è il lusso e l'eleganza, ambientato sul lago di Como, ha un affascinante giardino e una spettacolare fontana. Il Cesar Palace ha una scenografia fedelissima allo stile romano, con tanto di Colosseo e Statua di Cesare, e una serie di negozi made in Italy inimitabile. Davanti alla riproduzione della Fontana di Trevi non abbiamo resistito alla tentazione di gettare una monetina. Parigi, con la Tour Eiffel e l'Arco di Trionfo ti porta immediatamente nell'atmosfera di Montmartre. La ricostruzione di Venezia lascia senza fiato. E' identica fin nei minimi particolari, gondole comprese, ad eccezione dell'acqua che è pulitissima. Poi c'è il Luxor, con la Sfinge e la Piramide, ambientato nell'antico Egitto, un'atmosfera magica e un po' tenebrosa. Excalibur invece è ambientato nel tempo di Re Artù e Mago Merlino e il castello è molto simile a quello di Eurodisney. Treasure Island (l'Isola del tesoro) invece ha una scenografia che richiama il mondo dei pirati, ed anche il casinò ha quell'atmosfera, con molto fumo e fiaccole accese. E New York con i suoi grattaceli e l'immancabile Statua della Libertà, contiene discoteche e locali notturni esclusivi. Insomma ce n'è per tutti i gusti e ancora di più. Una città finta che può regalare divertimenti autentici. Provare per credere.

Tutti e tre in tenuta da matrimonio.

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29/04/05 Rientro alla base (2).
Domenica è stata un'avventura senza precedenti. Quante volte abbiamo visto nei film americani qualche coppia pazza che si sposa nell'arco di poche ore a Las Vegas? Quante volte ci siamo detti: che americanata, sono cose che succedono soltanto nei film. E invece abbiamo partecipato veramente ad uno di questi fantastici, caratteristici e un po' pazzi matrimoni lampo. Antonio e Alicia hanno fatto la promessa al municipio di Las Vegas la sera di sabato, appena arrivati, direttamente dall'aeroporto e la mattina dopo erano già marito e moglie. Tutto organizzato, ci siamo recati in una delle tante cappelle pronte all'uso. In particolare loro ne hanno scelta una all'aperto, sotto un gazebo, romanticissima. Nell'aria c'era lo spirito di Elvis Presley che aleggiava. Infatti la cappella si chiamava Viva Las Vegas come la canzone omonima del mitico Elvis. Cerimonia breve e sobria, vista in diretta anche in Italia e in Spagna attraverso internet, con un sermone che purtroppo hanno sentito soltanto gli sposi, noi invitati eravamo troppo intenti a filmare e fotografare. Anche il celebrante sembrava uscito da un film, bello, elegante, distinto. Io mi sono anche tolto la soddisfazione di fare da testimone. A dire la verità il mio compito è stato soltanto quello di firmare il certificato di matrimonio. Non mi hanno chiesto documenti. Avrei potuto firmare Diego Maradona o Napoleone Buonaparte, sarebbe stato lo stesso. Comunque lo sfizio me lo sono tolto. A quanti di noi può capitare nella propria vita di partecipare in modo attivo ad un matrimonio a Las Vegas? Accetto risposte! Dopo il fatidico "I do" e il bacio appassionato, gli sposi si sono avviati verso il ristorante a bordo di una delle mitiche Limousine, che a Las Vegas sono più comuni che di quanto possono esserlo da noi le Fiat Punto. Il pranzo è stato molto buono e raffinato presso uno dei migliori locali che si trovano all'interno del Bellagio, l'hotel, uno dei migliori, scelto dagli sposi per il pernottamento a Las Vegas. La vista sul laghetto artificiale con tanto di show di fontane è assolutamente da non perdere. (continua)

Francesca a Las Vegas.

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28/04/05   Rientro alla base.
Dopo cinque giorni di caos metropolitano è difficile ma comunque piacevole tornare alla pace di Huntsville. Cosa dire dell'esperienza appena trascorsa? Quale bilancio? Io normalmente sono ottimista, riesco sempre a vedere il lato positivo delle cose, ma devo dire che questa volta non c'è nulla che possa darmi torto: è stata proprio una bella gita. I timori prima della partenza erano molti, soprattutto per la possibile reazione di Francesca al viaggio lungo, al nuovo letto, alle giornate intere da passare all'aperto, in mezzo a tanta gente. E lei è stata fantastica. Il viaggio di andata, a parte l'inconveniente che descriverò più tardi, è andato benissimo, Francesca ha dormito quasi tutto il tempo. Noi ci siamo organizzati bene con pappe, biberon, thermos, camomilla, giochini, e lei ci ha assecondati con pazienza. Nel viaggio di andata abbiamo appreso un fondamentale insegnamento: non fidarsi mai di chi sta per sposarsi e che, per l'emozione, può avere visioni celestiali o leggere la riga sbagliata di un tabellone con gli orari degli aerei. Noi siamo incappati in questa seconda categoria. Antonio, forse per i pensieri collegati al fatto che entro poche ore avrebbe detto SI davanti all'altare, ci ha guidati male nella corsa dal primo al secondo aereo nell'aeroporto di Dallas e così abbiamo perso l'aereo e siamo stati costretti ad aspettare il volo successivo. Due ore di attesa nella città di J.R. mangiando hamburgers e siamo ripartiti. Un'auto presa a noleggio, una Dodge Neon bianca con cambio automatico, bella e comoda malgrado fosse piccola rispetto alla media americana, ci ha portato finalmente al residence dopo quasi 12 ore complessive di viaggio, di cui 5 di volo effettivo. La prima sera non abbiamo avuto la forza e il coraggio di affrontare, con la stanchezza del viaggio e due ore di fuso orario sulle spalle, le follie del sabato sera di Las Vegas. Peccato, sarà per la prossima volta, forse. (continua)

Francesca a Las Vegas.

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27/04/05   Viva Las Vegas.
Siamo tornati da Las Vegas! E' abbastanza tardi e sarò molto sintetico. Ci sarà tempo per approfondire sulla nostra gita nei prossimi giorni. Intanto un piccolo assaggio con le prime foto in esclusiva.

Un piccolo assaggio di Las Vegas.

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22/04/05   Dal parrucchiere.
Gianna: eccomi di nuovo qui. Oggi abbiamo toccato il fondo. Il problema era: devo andare ad un matrimonio, devo farmi fare un'acconciatura adeguata. Niente di più semplice, niente di più complicato. Ho chiesto ad Ersilia un consiglio su dove andare, a chi rivolgermi, e lei è stata tanto gentile da prenotare presso il suo parrucchiere che si chiama Jeff. Una tragedia! Siamo stati mezz'ora a discutere con Jeff, io, Piero ed Ersilia al telefono, per cercare di spiegargli come volevo i capelli. Dopo averli lavati avrebbe dovuto fare una semplice messa in piega, sopra lisci e sotto ondulati, e tagliare un po' la frangetta. E così non è stato... Mi ha lavato i capelli (forse perchè shampoo si dice uguale) e mi ha tagliato la frangetta perchè a gesti ha capito cosa volevo. Ad un certo punto si è fermato all'improvviso e mi guardava, chiedendosi "perchè questa sta ancora qui se ho finito il mio lavoro?" e io lo guardavo e pensavo "perchè questo sta imbalsamato e mi tiene con tutti i capelli bagnati?". A questo punto il panico. Non riusciva a capire cos'altro volevo. E' uscito fuori a chiedere a Piero e lui gli ha detto che avrebbe dovuto asciugarli, i capelli, e farli un po' ondulati alle punte. Lui ha detto "All right" capito tutto, e invece continuava a non capire. Allora, Ersilia al telefono ed io con il phon in mano gli abbiamo di nuovo spiegato che doveva asciugarli i capelli. Ok, capito tutto. Ha preso un asciugacapelli del 1800 che soffiava un leggero alito di vento, forse il suo ultimo respiro, ed ha cominciato ad asciugarli tutti insieme, ogni tanto spazzolandomi distrattamente. A questo punto ero esasperata. "Noooo" urlavo, ho preso in mano il phon e la spazzola e gli ho mostrato come avrebbe dovuto fare. "All right" capito tutto, capito niente. Abbiamo perso entrambi la pazienza. Lui era sempre più nervoso "chi è questa qui che viene da chissà dove a insegnarmi il mio mestiere" e io disperata "dove sono capitata, ma chi me lo ha fatto fare?". Persino la frangetta non è stato capace di stirarmela, così di nuovo "Noooo" ho urlato e gli ho di nuovo strappato di mano il phon e la spazzola e me la sono stirata da sola. Quando è arrivato Piero, ho detto io "all right" pur di farla finita, ho chiesto il conto e me ne sono andata. Jeff tremava dalla rabbia. Avermi fatto i capelli da sola mi è costato anche 12 dollari. Io sono uscita pensando "questo non mi vedrà mai più" e lui sicuramente avrà pensato "questa se viene un'altra volta la uccido". Uscendo dal locale mi veniva da piangere e Piero mi ha detto "ma dai, che stai bene", avrei strozzato anche lui con le mie mani. Così ho comprato una lacca e stasera i capelli me li farò di nuovo da sola. Qui sotto vi mostro in che condizioni Jeff mi avrebbe mandata al matrimonio. Praticamente se mi avesse colto all'improvviso un acquazzone e subito dopo avessi fatto una corsa in moto, sarebbero venuti meglio.

Questa è la pettinatura da matrimonio...

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21/04/05   Si riparte.
Non abbiamo neanche finito di scartare i pacchi e sistemare il nostro guardaroba ed eccoci di nuovo a fare le valigie. Fervono i preparativi per il viaggio a Las Vegas in Nevada. Devo dire che c'è una certa emozione e preoccupazione nell'aria, mista a sentimenti contrastanti. Siamo felici di cominciare a muoverci sul territorio americano e finalmente riuscire a vedere l'America che tutti ci aspettiamo, quella delle luci infinite, dei grattacieli, del lusso e della modernità. Tuttavia siamo preoccupati per Francesca, abbiamo un po' di paura a doverla sottoporre ad un nuovo viaggio in aereo, anche se più breve dell'ultimo. Speriamo che questa volta reagisca meglio, non abbia problemi durante il volo e non si stranisca molto all'arrivo. Inoltre siamo anche dispiaciuti. Contemporaneamente al nostro viaggio in Nevada, in Italia si raduneranno tutti i miei cari per l'evento dell'anno: la Prima Comunione di Davide e Lorenzo. Mancheremo soltanto noi e ci mancheranno molto tutti quanti. Comunque quando abbiamo deciso di fare questo passo sapevamo che avremmo dovuto rinunciare a qualcosa. Con Davide e Lorenzo siamo già daccordo, quando torneremo in Italia festeggeremo di nuovo insieme. Intanto Francesca è diventata la regina della casa. Assorbe ogni istante della nostra vita e pretende sempre di più. Comunque non ci possiamo lamentare. Se non ha problemi è capace di dormire di notte anche 10 ore consecutive, e mangia senza doverla forzare, anzi, se non sei abbastanza veloce, tra un boccone e l'altro, protesta animatamente. Comincia ad essere veramente indipendente, gattona, vuole stare in piedi da sola, chiede lei di uscire a fare una passeggiata e conosce già i cassetti dove ci sono le cose che le interessano, come ad esempio la camomilla. E' anche lei a decidere che tipo di musica ascoltare e quand'è ora di andare a dormire. Oggi Gianna l'ha chiamata e lei ha risposto d'istinto "Checca!" come se avesse voluto ripetere il suo nome. Comincia effettivamente ad imitare, soprattutto la mamma, in ogni espressione, in ogni movimento, in ogni verso. Non credo che impiegherà molto a cominciare a parlare e a camminare. L'unico strumento che non ha ancora imparato ad usare è il girello. Quando la mettiamo a sedere, invece di camminare in avanti, va all'indietro e non si diverte molto. Preferisce farsi spingere da noi, che pigrona...

Francesca fa progressi.

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19/04/05   Habemus papam.
Oggi un'altra emozione ci ha colti seppure a tanta distanza dalla nostra cara piazza S.Pietro. Il successore di S.Pietro e di Giovanni Paolo II è stato scelto. Ancora una volta ci siamo sentiti privare di qualcosa che avrebbe potuto far parte più intima della nostra vita se soltanto fossimo stati lì presenti come le migliaia di romani che nelle immagini via internet e in mondovisione mostravano a tutti la loro gioia correndo verso il sacro colonnato. Anche noi abbiamo corso con il nostro cuore e la nostra immaginazione, anche noi eravamo lì ad applaudire, a commuoverci per questo evento di portata cosmica, sia dal punto di vista storico che religioso. Io in particolare l'ho sentito ancora più vicino. Il Cardinale Ratzinger era il titolare della mia parrocchia Santa Maria Consolatrice di Casalbertone quando ero un ragazzino che frequentava l'oratorio e il prete che coordinava i catechisti era don Franco, quello che nella foto è alla sinistra del Santo Padre. Don Franco, Cerimoniere di Sua Santità, per tanti anni ha accompagnato anche Giovanni Paolo II. Cosa chiedere al nuovo Papa? Sappiamo che a Papa Giovanni Paolo II avrebbe fatto piacere avere lui come successore, erano molto amici e condividevano le loro idee. Possiamo chiedere a Papa Ratzinger che continui il lavoro avviato dal suo predecessore, forse non c'è nessuno al mondo che possa farlo meglio di lui. Un augurio sincero e un abbraccio affettuoso anche da chi sta tanto lontano. Ah, dimenticavo, questa giornata passerà alla storia anche perchè Francesca ha messo il secondo dentino ed è il mio centesimo giorno ad Huntsville. Se non sono eventi di portata mondiale anche questi...

Il nuovo Santo Padre Benedetto XVI.

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17/04/05   Una domenica alla Concato.
"Domenica ti porterò sul lago...", oggi abbiamo seguito alla lettera la canzone di Concato "Domenica Bestiale" e tutti e tre, come una classica famigliola modello, siamo andati a fare un picnic in riva al lago. Tra Atene (Athens) e Firenze (Florence), all'altezza di Rogersville (Alabama) a circa 50 miglia da Huntsville, il fiume Tennessee si allarga e forma un lago abbastanza grande con mille insenature. Qui è stato allestito un parco nazionale, il Joe Wheeler State Park, dove è possibile fare scampagnate, pescare, passare il weekend in chalet o anche soltanto ormeggiare la barca e fare una passeggiata. Una tranquillità, una pace che in Italia ce la sognamo. Una delle prime vere domenica di primavera, con il sole ancora non troppo caldo ma assolutamente invitante. In Italia avremmo dato l'assalto a tutto quello che poteva essere assaltato: laghi, mare, pinete, montagna, tutti i fila per ore in uscita dalle città per poi rimettersi in coda al rientro la sera. E quando arrivati, se l'impresa viene portata a termine, fortunatamente, non c'è posto, c'è confusione, radioline, cellulari, pallonate, cani, spazzatura. Qui invece, la pace assoluta, centinaia di tavolini per il picnic con il barbeque già pronto da accendere, alcuni al sole, altri all'ombra della folta vegetazione o di uno dei caratteristici gazebo, tutti desolatamente vuoti. E i bagni, pulitissimi, persino con la carta igienica... L'unico rumore che si può scorgere nel silenzio assoluto è provocato dalle onde che si formano per una folata di vento o per un motoscafo che passa al largo e che vanno ad accarezzare alcuni tronchi galleggianti accanto alla riva. All'ingresso del parco c'è un caseggiato, naturalmente disabitato, che funge da cassa per il pagamento del biglietto d'ingresso: $1 per gli adutli e $0.50 per i bambini. C'è una cassetta dove bisogna inserire i dollari per il pagamento del pedaggio "d'onore", sulla fiducia e il buon cuore di chi entra. Chissà se anche da noi tutti si fermerebbero e inserirebbero la cifra giusta...

Il lago di Joe Wheeler State Park.

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16/04/05    Il dolce.
Ecco un aspetto positivo della nostra permanenza qui in Alabama che non avevo ancora previsto: Gianna si è data alla cucina. Da quando si trova a dover passare il tempo cercando di non annoiarsi eccessivamente, quando Francesca le dà qualche minuto di tregua, Gianna può dedicarsi più tranquillamente ad altre cose, tra le quali la migliore, per ora, è senz'altro l'arte culinaria. Saranno i mesi di visione della trasmissione "la prova del cuoco", o una maggiore volontà o passione, ma sta "sfornando" letteralmente degli ottimi pranzetti. Ultimo, oggi, un dolce. In onore del paese che ci ospita come primo dolce in terra americana ha scelto di realizzare il Plum-Cake. Per mancanza di uno stampino adeguato l'ha realizzato a forma di ciambella ma devo dire che raramente ho mangiato un dolce così buono. Una dote che Gianna aveva nascosto fin troppo bene finora. Non vedo l'ora, domani mattina, di fare colazione e potermelo gustare immergendolo nella ciotola del latte, al posto di quei noiosi Corn-Flakes. Gianna ha detto che proverà a preparare un dolce diverso alla settimana, ed io ho già l'acqualina in bocca....

Il Plum-Cake di Gianna.

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14/04/05    A lezione d'inglese.
Ieri sono andato a prendere Gianna alla scuola d'inglese. Mi ha ricevuto la sua "teacher" con un sorriso smagliante. Aveva aspettato il mio arrivo per conoscermi e dirmi che non si è mai divertita tanto come con Gianna e non vede l'ora che arrivi mercoledì prossimo per un'altra lezione all'insegna del divertimento. Avrà ottant'anni ma ha i denti più bianchi e brillanti di una ventenne. E' una signora molto fine e distinta ma con Gianna si è completamente sciolta. Ho l'impressione che fra qualche mese avrà imparato più lei l'italiano che Gianna l'inglese comunque va bene così. Ormai il mercoledì è diventato il giorno più divertente della settimana. Arrivati a casa ho cercato di indagare e capire cosa ci sia di tanto comico. Gianna mi ha descritto la sua lezione tipo ed anch'io non sono riuscito a trattenermi dal ridere. Non sono battute o svarioni particolari ma è tutta la situazione che con Gianna, chissà perchè, diventa ridicola. Io penso che altro che Sconsolata, con Gianna Zelig avrebbe gli ascolti alle stelle! Praticamente è sorprendente come riesca, parlando un italiese, mezzo italiano e mezzo inglese, a farsi capire perfettamente. Comunque a parte gli scherzi devo dire che sta facendo molti progressi. Ha una memoria di ferro e, adottando alcune mnemotecniche che le ho insegnato, penso che non impiegherà molto tempo per farsi comprendere perfettamente. Anche Francesca, nel suo piccolo, di può dire che parli più l'inglese che l'italiano. Infatti dice "Hi!" (ciao quando ci si incontra) e "bye" (ciao quando si saluta). Dice anche "daddy" che potrebbe essere una traduzione di papà e "mum" che potrebbe essere mamma. Invece in italiano ormai dice perfettamente "babà" e "mam". Del resto siamo le uniche due persone che vede 24 ore su 24. Alla scuola invece è completamente al centro dell'attenzione di tutte le insegnanti e delle studentesse. Non fanno altro che ripetere continuamente "she's beautiful", "she's cute", "honey", "sweet", "what a beautiful smile!" e infatti lei è sempre dolcissima con tutti e ride sempre radiosa. Più loro le fanno i complimenti e più lei si eccita, ride e si diverte e naturalmente diventa sempre più bella.

Uno dei sorrisi di Francesca.

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12/04/05    Il "mio" primo mese.
Gianna: sono tornata. Sono le 23.00 e Francesca non vuole dormire. Io e Piero siamo distrutti e lei ha ancora tanta energia da spendere: vuole giocare, ballare. Adesso le piace stare in piedi da sola, vuole camminare. Mia figlia mi fa impazzire di gioia. Avrei preferito che avesse il carattere del padre, calma e tranquilla e invece non sta un attimo ferma. Sono felicissima di avere finalmente le mie cose. Finalmente posso gustare il vino pugliese, generosamente regalatoci dal nostro amico Nicola. Anche se vivo a Roma da quasi cinque anni, quando penso all'Italia penso a Cerignola. Il mio cuore è rimasto ancora là anche perchè Huntsville un po' me lo ricorda, c'è più contatto umano, le distanze non sono enormi a causa del traffico e la gente quando la incontri ti saluta e ti sorride. Comunque anche a Roma ci sono persone che mi mancano tantissimo, tutta la famiglia di Piero, Luciana e Antonio, Teresa e Salvatore, Lina e tanti altri che non potrei elencare in queste poche righe. E' vero, dopo un mese passato qui, un po' di malinconia sta arrivando anche perchè, da quando sono arrivati i mobili, mi sento effettivamente trasferita. Non è più una vacanza, un episodio passeggero, ma sta iniziando un periodo della nostra vita che rimarrà scolpito nei nostri ricordi. Ci sono momenti che tre anni mi sembrano tantissimi, e momenti che invece sento che voleranno. Dipende dall'umore giornaliero e da cosa sto facendo. Quando incontro altre famiglie italiane mi diverto e mi piace ascoltare le loro esperienze e raccontare un po' delle mie, quando invece sto a casa, Francesca dorme e ho fatto tutti i servizi casalinghi, la noia mi assale e il tempo sembra che si fermi. Comunque le giornate si stanno allungando e stanno diventando sempre più calde, così, quando mi verrà la voglia, potrò uscire con Francesca e fare lunghe passeggiate.

La prima volta da sola in piedi.

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10/04/05    Il primo dentino.
Giornate di scadenze, ricorrenze e di eventi. In questo weekend abbiamo potuto ricordare e festeggiare molte cose. Innanzitutto ho finito il terzo mese ad Huntsville. Gianna e Francesca invece hanno terminato il loro primo mese americano. Ieri Francesca ha finito i suoi primi 9 mesi e oggi l'evento più bello e commovente... Abbiamo scattato un po' di foto, Francesca era particolarmente radiosa oggi, come la calda giornata primaverile. Riguardando le foto con attenzione abbiamo notato un piccolissimo particolare, praticamente insignificante se non fosse stato il primo dentino di Francesca! Infatti, ingrandendo la foto di almeno 10 volte, è apparso un piccolissimo puntino bianco che al sole è diventato un faro nei nostri cuori. Successivamente, al contatto delle dita, c'è stata la conferma: è minuscolo ma tagliente come un rasoio. Tutti e tre siamo scoppiati a ridere di gioia e gli occhi sono diventati lucidi per l'emozione... Con l'arrivo dei mobili, a parte la stanchezza prevedibile per la sistemazione di tutte le nostre cose, siamo ormai giunti alla completa serenità. Francesca ci riempie di gioia in ogni momento della giornata, anche quando fa i capricci e non vuole dormire. Ci sono dei vantaggi a stare qui, anche Gianna finalmente l'ha ammesso. Io posso dedicare molto più tempo a entrambe e Gianna può godersi Francesca completamente, 24 ore su 24. Non ci perdiamo neanche un istante della sua giornata, dei suoi umori, delle sue eccitazioni. Non ci perdiamo neanche uno dei suoi fantastici sorrisi. E' come una droga, una volta che l'hai assaporata non puoi farne più a meno. Infatti stanno allestendo dei centri di recupero in Italia per tutti i nostri parenti che sono in crisi di astinenza, soprattutto le nonne Anna e Michela e la zia Patrizia. A parte gli scherzi, anche i nostri cari, grazie ad Internet, hanno la possibilità di vederla due o tre volte al giorno e possono seguire quotidianamente la crescita di Francesca come se abitassimo a pochi metri di distanza. E' vero che anche a loro sarebbe piaciuto poter toccare il dentino, ma spero che si accontentino di poter vedere riflessa nei nostri occhi l'impagabile gioia che proviamo noi, ogni volta che ce la stringiamo al petto, che ci fa una carezza, che ci regala quei suoi incantevoli sorrisi.

Le tre scimmiette e ... l'ingrandimento di un piccolo particolare.

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08/04/05    Finalmente i mobili.
Era ora! Oggi sono arrivati i mobili e i vestiti e le stoviglie e i libri e i giochi di Francesca ... tutta la nostra vita! Esattamente 3 mesi dopo averli caricati nel container a Roma, sono giunti sani e salvi ad Huntsville. Era il lontano 7 gennaio quando abbiamo chiuso tutti i pacchi, ormai avevo quasi perso le speranze. Stasera finalmente potremo dormire nel nostro amato e soprattutto comodissimo letto. Francesca ha potuto mangiare nel seggiolone, camminare col girello, passare un bel po' di tempo con i suoi vecchi peluches nel box. E stasera anche lei può dormire comoda nel suo lettino. Naturalmente non è tutto così roseo. Ci tocca faticare tantissimo, scartare i 99 pacchi e mettere tutto a posto. Abbiamo qualche difficoltà perchè qui in America non si usano molto gli armadi, le credenze, le cassettiere, così tutto quello che abbiamo portato rischia di non entrare. Ma ci riusciremo a costo di comprare qualche altro mobile. Finalmente anche il computer ha il suo mobiletto e non è più costretto a girovagare per la casa con il suo codazzo di cavi ed accessori. Come sembrano lontani i tempi in cui ero costretto a stare nel bagno quando volevo scrivere al computer e navigare in internet. Gianna è eccitatissima. Finalmente si sente a casa con tutti i suoi oggetti più cari a disposizione. Potremo impastare la pizza e soprattutto, udite udite, potremo gustare una buonissima tazza di caffè. E poi il sugo, l'olio, il vino pugliese. Non sembra vero e siamo veramente entusiasti. L'unica che non sembra convinta della situazione positiva è Francesca. L'ultima volta che ha visto una tale confusione in casa, mille scatoloni sparsi per la casa, abbiamo traslocato e lei probabilmente pensa che la storia possa ripetersi. Ci vorranno alcuni giorni per convincerla che invece è tutto rientrato nella norma e soprattutto che io non partirò un'altra volta lontano da lei.

Oggi Francesca è un po' preoccupata.

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07/04/05    L'ultimo saluto.
Anche se da noi è ancora giovedì, per chi legge in Italia oggi è il giorno dell'ultimo saluto al Santo Padre. Quando ci sveglieremo domani mattina sarà già tutto terminato, i milioni di persone che hanno voluto stargli vicino fino all'ultimo saranno già sfollate e comunque si saranno disperse tra la miriade di vicoli della città eterna. Sarà stata un'occasione mancata per noi, speriamo che non ce ne siano altre almeno nei prossimi tre anni, finchè saremo costretti in questo esilio dorato. Ho un solo rimpianto, che non avrò più la possibilità di scattare una foto bellissima come quella qui sotto, con Francesca al posto della bambina baciata dal Papa. A te Santo Padre che ci osservi e ci ascolti da lassù, una preghiera: nei tuoi ultimi giorni su questa terra, a migliaia di chilometri da Roma, c'è stata una famigliola romana (Piero, Gianna e Francesca) che ha fatto il tifo per te con grande passione. Poi, ormai stanco di soffrire, te ne sei andato in cielo e quella famigliola ha pianto e pregato con cuore sincero per la tua anima. Proteggili e intercedi presso il Signore perchè ascolti le loro preghiere e soprattutto prega per loro e per i loro cari in Italia, perchè quando torneranno finalmente a casa, i nonni e gli zii possano godersi con serenità la loro nipotina che tanto amano.

L'ultima tenera immagine del Santo Padre.

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06/04/05    Prime conquiste.
E' un po' che non parlo di Francesca. Ogni giorno è una novità, una conquista, una scoperta. I dentini che non si sono ancora fatti vedere le hanno comunque dato un po' di tregua. Ormai si è completamente integrata nel nuovo ambiente. Non le sembra vero che per un mese consecutivo non sia stata costretta a cambiare lettino, casa, città, nazione. Ma come facilmente prevedibile ci ha completamente soggiogati. Non esiste altra attività quotidiana che non sia legata a lei, alle sue esigenze, ai suoi ritmi. Dormiamo quando lei ha sonno, giochiamo quando lei vuol giocare, mangiamo come e quando decide lei. Sarà un po' viziata? Non credo, si sta solo crogiolando delle coccole e delle attenzioni che le spettano alla sua età. E lei ci ricambia con sorrisi spettacolari, vere e proprie risate a crepapelle, paroline, gesti, espressioni che sono tutto un programma. Ha raggiunto alcuni piccoli traguardi: sa dire di no (muovendo il capo in maniera inconfondibile) quando effettivamente lo direbbe a parole e sa rimanere in piedi da sola appoggiata a qualche supporto alla sua altezza. Ogni volta che raggiunge un traguardo è pienamente cosciente di quello che ha fatto e ne è entusiasta e fiera. Pretende di ripeterlo all'infinito, da sola, completamente indipendente. Naturalmente tutti i bambini sono uguali ma per i genitori i propri figli hanno sempre qualcosa in più degli altri. E' un'emozione, una sensazione indescrivibile che soltanto chi è stato genitore, e noi lo siamo ormai a tempo pieno, può capire. Ama la musica, in particolare quella classica e rilassante degli anni '40-'50 che canta Frank Loconto e che sente ininterrottamente tutto il giorno. Ormai la musica di "zio" Frank rimarrà scolpita nei ricordi di questo nostro soggiorno in Alabama.

Francesca.

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04/04/05    Il Papa e gli USA.
Non è ancora passata la tristezza per la perdita del Santo Padre. Io e Gianna continuiamo a seguire tutte le vicende di piazza San Pietro minuto per minuto attraverso internet. Possiamo quasi contare uno ad uno tutti i pellegrini che fanno ore di attesa per rendere l'ultimo omaggio, l'ultimo saluto a Papa Wojtila. La reazione dei media americani è stata adeguata allo storico evento. Mi è parso di percepire più attenzione da parte delle televisioni e dei giornali piuttosto che dalla stessa Chiesa Cattolica americana. Domenica a messa il sacerdote non ha dedicato più di quattro o cinque frasi alla memoria del Santo Padre, mentre i telegiornali hanno riempito ore e ore di palinsesto con edizioni straordinarie, servizi, tavole rotonde, commenti e previsioni sul futuro della Chiesa. Una prova è il collegamento non-stop con San Pietro che il Washington Post ha installato sul suo sito internet. Infatti ho scorto, tra le righe degli editoriali, un forte disorientamento ed un certo timore soprattutto su quale sarà la direzione che intraprenderà la Chiesa Cattolica con il nuovo Papa. Il Papa polacco ha dimostrato con la sua vita che è possibile vincere le battaglie, o addirittura le guerre mondiali come quella fredda, anche senza spargere una goccia di sangue e da queste parti certe teorie Gandhiane non sono molto ben accettate. Vivere questo tragico evento da lontano, al di sopra delle parti, mi ha permesso di valutarlo con occhi più obiettivi, anche se purtroppo avremmo voluto partecipare in modo più attivo. A volte noi italiani, e noi romani in particolare, tendiamo a considerare la Chiesa e il Papa come nostra proprietà intellettuale e culturale. La Santa Romana Chiesa è nostra e basta. In realtà vivere a questa distanza ci permette di renderci conto di quanto più immensa sia stata la grandezza di quell'uomo e di quanto importante egli sia stato per tutta l'umanità.

Una eloquente foto del Santo Padre gentilmente inviatami da "zia Oriana".

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02/04/05    Il Papa è in Paradiso.
Preghiamo per la sua anima che è gia tra le braccia di Dio. I nostri cuori battono tutti per lui. E' stato un grande uomo. Ha cambiato la storia. Ha fatto la storia. E' stato stimato e temuto, amato e rispettato da tutti, di qualsiasi religione, ideale, pensiero politico. Tutti piangono la scomparsa di un uomo che ha saputo alzare la voce con i potenti del mondo ed è stato un padre misericordioso con i poveri e gli emarginati, i malati, i sofferenti, i carcerati, i perseguitati politici, i giovani di tutto il mondo. Ha voluto abbracciare tutti, negli angoli più sperduti del mondo e tutti si sono sentiti vicini a lui come mai a nessun altro. E' morto uno di noi. Uno che sapeva leggere nei nostri cuori. Uno che ha pregato per noi fino all'ultimo istante della sua vita. E siamo sicuri che continuerà a pregare per noi, lassù in Paradiso.

Il Santo Padre.

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01/04/05    Un giorno triste.
Oggi sarebbe una giornata da pesce d'aprile. Ma a dire la verità non c'è per nulla voglia di scherzare. Magari fossero pesci d'aprile le notizie che arrivano da piazza San Pietro. Oggi mi sento veramente lontano dall'Italia. Vorrei tanto stringermi alle migliaia di pellegrini, di romani, di turisti che sono sotto la finestra del Papa a pregare per la sua salute. Il mio cuore, i nostri cuori sono con loro, li seguiamo minuto dopo minuto, ora dopo ora con l'angoscia di chi non ha ormai più la speranza. Aggrappati ad internet come se fosse un cordone ombelicale che ci tiene legati al simbolo della nostra terra, a quell'uomo di pace che venne da tanto lontano e che catturò con la sua simpatia e la sua saggezza i cuori di tutto il mondo. Esattamente 22 anni fa moriva nonna Lucia, l'ultima dei miei nonni. Sembra un destino che questa data sia legata a perdite di persone tanto care. In fondo anche lui è il nostro ultimo nonno e non vogliamo perderlo. Ricordo ancora il giorno che siamo andati al giubileo dei giovani il 16 agosto 2000. Erano milioni i ragazzi accampati a Tor Vergata per stargli vicino e noi c'eravamo. Quel giorno, come lui, ci siamo sentiti ancora più giovani. E ricordo ancora più indietro nel tempo quando il Santo Padre subì l'attentato. Io ero a San Giovanni in Laterano ed ho pregato per ore e ore perchè superasse quel difficile momento, e ci riuscì. Ma questa volta non ci sono. Non mi sento proprio di scherzare. Vorrei tanto che fosse soltanto uno scherzo.

Gianna e Francesca.

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